OGGI E’ L’EPIFANIA

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L’Epifania è spesso accompagnata da diverse tradizioni come per esempio le feste popolari e l’accensione di fuochi augurali…Una delle feste popolari più diffuse è l’usanza di “ardere la vecchia” allestendo nelle piazze un enorme pupazzo di forma umana (composto da legna, stracci e fascine), che viene poi posto su una pila di legna e dato alle fiamme; secondo la tradizione, questo gesto è una specie di augurio per l’anno nuovo: la befana infatti rappresenta l’anno vecchio e per questo la si brucia sperando che quello nuovo sia migliore di quello passato. Nell’immaginario popolare, si diceva che la distruzione della vecchia rappresentava la fine di tutti i mali..Anticamente la notte dell’Epifania era l’occasione per praticare una serie di riti propiziatori poiché innanzi al fuoco, si invocavano i buoni raccolti per la seguente stagione agricola. Dall’andamento del fumo e delle faville i partecipanti al rito traevano gli auspici per l’anno appena iniziato: se vanno verso sud o est – perché spinte dal vento umido portatore di piogge – il raccolto sarà abbondante, se fumo e faville vanno verso nord o verso ovest, il raccolto sarà scarso. Da qui il detto:

Se el fun va a la marina, ciol el sac e va a farina; se el va a la montagna, no se ghe magna

Se il fumo va verso sud, prendi il sacco e vai a farina, se va a nord, non si mangia.

 

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In Veneto non può mancare la notte del “pan e vin”: un’antica tradizione, che si rinnova ogni anno alla vigilia della festa dell’Epifaniacon l’accensione dei roghi, che trasforma le piazze di molti paesi in una magica scacchiera di mille falò. Il “pan e vin” è un momento di aggregazione per molti cittadini che vivono insieme questo speciale momento prima della fine delle feste. Negli ultimi anni, questa tradizione si è consolidata anche come attrazione turistica in quanto, durante questa festa, vengono offerte specialità gastronomiche venete che si usava mangiare in passato, come il vin brulè (vino rosso bollito e aromatizzato con frutta e cannella) che in passato aveva il significato di rinsaldare e rafforzare i legami sociali della collettività paesana, e la pinza (chiamata in dialetto veneto “pinsa”) che in passato veniva cotta sotto la brace del falò. La ricetta della pinza varia da località a località, ma se ne possono delineare le caratteristiche generali. Gli ingredienti sono semplici, tipici della tradizione contadina, come: farina bianca, farina gialla, lievito, zucchero, uova, canditi, uva passa, fichi e semi di finocchio che vengono impastati insieme. Un dolce quindi che si abbina perfettamente a del vino rosso.

 

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La Cavalcata dei Magi..A Firenze, organizzata dall’Opera di Santa Maria del Fiore, il 6 gennaio in piazza Duomo arrivano i Re Magi a cavallo, per il presepe vivente sul sagrato della cattedrale. A Roma la cavalcata dei Magi, che quest’anno sono partiti da Città di Castello, si conclude nella capitale in Via della Conciliazione. I cortei saranno animato da numerosi gruppi di rievocazione storica, figuranti a cavallo, bande musicali, majorette. Particolarita’ dell’edizione romana di quest’anno, la partecipazione dell’associazione di rievocazione storica Civilta’ Romana che riproporra’ la Legio XIII Gemina, composta anche da soldati umbri, e della Compagnia dei balestrieri, con sbandieratori e tamburini, al seguito dei maestri tiratori. Dopo l’Angelus, i tre Re Magi, come tradizione, raggiungeranno la Casa Pontificia, per portare i simbolici doni al Papa.

 

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ACCADDE NELL’EPIFANIA

 

6 gennaio

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…è arrivata la Befana

Come ogni anno, la Befana rivive in molte regioni con celebrazioni e riti. Cavalcate dei Magi a Roma e Firenze e mercatini e bancarelle piene di dolci e di calze colorate. Messe e rappresentazioni nelle chiese per questa festa ancora molto amata che ricorda l’arrivo dei Magi a Betlemme ma,che nelle feste popolari, inserisce l’iconografia della befana sulla scopa che porta i doni nella notte tra il 5 e il 6 gennaio e che punisce i bambini cattivi con un po’ di carbone. In realtà prima di arrivare a questa identificazione di ‘nonnina’ comunque generosa, che entra dai tetti per portare regali nelle case, ci sono state molte sovrapposizioni tra culture pagane, credenze popolari e inserimenti cristiani. E’ comunque un personaggio molto radicato della tradizione, che quando si è cercato di cancellare o di sopprimere dalle feste ha incontrato la difesa di chi alla Befana, nome che ‘storpia’ un po’ il termine Epifania, non vuole rinunciare.

Con la Pasqua, l’Ascensione, la Pentecoste ed il Natale, quella dell’Epifania costituisce una delle massime solennità che la Chiesa celebra. Il termine Epifania deriva dal greco ‘epifaneia’, che significa manifestazione, apparizione o illuminazione. Per i cristiani è legata all’dorazione di Gesù da parte dei re Magi e nella tradizione le statuette di coccio con i tre re vengono inserite il 6 gennaio nel presepe ricordando i doni simbolici di oro, incenso e mirra. Ma c’è un legame forte anche con la luce, simboleggiata dalla stella cometa che si riallaccia sempre al concetto di apparizione.

 

Gli antichi romani l’accostarono alla figura di Diana dea della caccia. La religione cattolica, condannò duramente queste credenze, etichettandole come riti satanici, in quanto si innegiava alla magia e soprattutto si venerava una figura magica femminile. E non bastò il rigore di questa condanna per far smettere ai contadini di credere che questi voli notturni avvenissero, e furono accostati sempre più alle forze del male e non a quello che doveva essere in origine riti benefici per ingraziarsi madre natura.
In origine il Natale era la festa del Dio sole e del fuoco ed in quel giorno veniva festeggiato il solstizio d’inverno, si celebrava la morte e la rinascita della natura, il 12esimo giorno era la conclusione dei festeggiamenti ed il ceppo di Natale aveva finito di bruciare nei focolari delle case.
La notte del 6 gennaio, infatti, Madre Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l’anno, aveva faticato non poco al servizio dei contadini, governando le forze della natura, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per far sì che dalle sue ceneri rinascesse la giovane madre natura, che avrebbe preso il suo posto per un anno, fino alla& nbsp;sucessiva epifania. Prima di perire però, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante l’anno successivo.


Il rito dei doni in questo periodo si ritrova anche tra gli antichi Romani che dopo i Saturnali, che cadevano all’inizio di quello che sarebbe diventato con il calendario gregoriano il nostro Gennaio, festeggiavano i Compitali per rendere omaggio ai Lari (divinità della casa) per avere la loro benevolenza. Ogni famiglia offriva una focaccia, vari oggetti e gomitoli di lana che venivano appesi alle porte.
Simboli e rituali, legati all’inverno e intersecazioni che si sono avvicendate nei secoli. Molte personificazioni sfociarono soprattutto nel Medioevo fino a far diventare la Befana una vecchina benevola che porta i regali ai bambini, in coincidenza con i doni che i re Magi portarono nella capanna di Betlemme, senza perdere pero’ la connotazione femminile legata all’anno vecchio, che ricorda un po’ la visione pagana del solstizio. Da qui l’usanza in molte regioni dei roghi per sancire la fine in attesa della primavera, dove tutto si ricrea.

 

La sua figura è comunque ‘sopravvissuta’ alle sovrapposizioni e alle mode e rimane una festa grande in molte regioni. Una specie di Natale più povero ma pieno di tradizione, festeggiato con piatti speciali e senza le contaminazione dei riti nordici di Babbo Natale e di Santa Klaus. Una piccola contrapposizione che vede la Befana un po’ meno generosa di Babbo Natale, che giudica i buoni e i cattivi e che punisce con un po’ di carbone ( dolce) chi non si comporta proprio secondo le regole.

Non in tutti i paesi cristiani il 6 gennaio è riconosciuto come festività anche agli effetti civili. Oltre che in Italia, è considerata festa in Austria, in Croazia, in Finlandia, in alcuni Länder della Germania, in Grecia, in Slovacchia, in Spagna, in Svezia e in alcuni cantoni della Svizzera e nella Repubblica Dominicana.Tra leggende e simboli sovrapposti, la Befana resiste ai secoli e Roma, in particolare, addobba strade e mercati con la vecchina sulla scopa. Come ogni anno vive fino al 6 gennaio il mercato tradizionale di Piazza Navona con le sue bancarelle colorate con grandi calze da riempire con dolci e piccoli regali. Festa anche con lo shopping nella capitale perchè i saldi coincidono quest’anno con il 6 gennaio. Saldi il 6 gennaio anche a Milano, Venezia, Firenze, Torino e Genova. E per questa Epifania, calza da Guiness a Carrara, lunga 70 metri, realizzata dai volontari della Pubblica assistenza e creata appositamente per entrare nella lista dei primati.

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La Befana tra miti e leggende

 

La Befana si festeggia il giorno dell’Epifania, una festa religiosa che ricorre, il sei Gennaio e ricorda la visita che i Re Magi fecero a Gesù Bambino portandondogli dei doni. La Befana è nell’immaginario collettivo un mitico personaggio con l’aspetto da vecchia che porta doni, dolci e caramelle, ai bambini buoni, cenere e carbone ai bambini disubbidienti.
La leggenda risale alle tradizioni precristiane, in cui si credeva che nelle 12 notti seguenti il Natale magiche figure femminili solcassero il cielo a cavalcioni di scope magiche, spargendo la loro magia benevola sui campi sottostanti appena seminati.

 

La tradizione cristiana narra, che i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia. Malgrado le loro insistenze, affinchè li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.

L’iconografia della befana è fissa: un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte, il tutto vivacizzato da numerose toppe colorate così come viene ricordata nelle varie filastrocche

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(Gabry)

POESIA SULL’EPIFANIA

 

Discesi dal lettino..son là presso il camino,
grandi occhi estasiati, i bimbi affaccendati a metter la scarpetta
che invita la Vecchietta a portar chicche e doni
per tutti i bimbi buoni.
Ognun, chiudendo gli occhi,sogna dolci e balocchi;
e Dori, il più piccino, accosta il suo visino alla grande vetrata,
per veder la sfilata dei Magi, su nel cielo, nella notte di gelo.
Quelli passano intanto nel lor gemmato manto,
e li guida una stella nel cielo, la più bella.
Che visione incantata nella notte stellata!
E la vedono i bimbi, come vedono i nimbi degli angeli festanti
ne’ lor candidi ammanti.
Bambini! Gioia e vita son la vision sentita
nel loro piccolo cuore ignaro del dolore.
*Guido Gozzano *

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LA CAREZZA

 


OGNUNO VEDE COME TU APPARI…

MA SOLO POCHI NE PERCEPISCONO,

CIO’ CHE TU SEI…..

ALLORA DIGLI DI GUARDARTI,

CON GLI OCCHI DEL CUORE

E CON QUELLA DELL’ANIMA……. … 

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CURIOSITA’

Buona Epifania

Al culmine delle festività natalizie c’è l’Epifania, conosciuta anche come la festa della Befana.

Una festa all’insegna della tradizione popolare, legata alle usanze contadine,
che rappresenta anche un momento di riflessione in coincidenza con l’arrivo del nuovo calendario.
Per molto tempo la notte della Befana ,tra il 5 e il 6 Gennaio, è stata considerata come una notte magica,
dove la Befana era attesa con ansia ma anche con preoccupazione, poiché era portatrice di doni
per i bambini buoni ma anche di castigo, il carbone per i cattivi .

Filastrocca sulla Befana

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Al cattivo un carboncino
Quando è l’ora, la Befana
alla scopa salta in groppa.
D’impazienza già trabocca:
l’alza su la tramontana,
fra le nuvole galoppa.
Ogni bimbo nel suo letto
fa l’ esame di coscienza:
maledice il capriccetto,
benedice l’ ubbidienza:
La mattina al primo raggio
si precipita al camino.
Un bel dono al bimbo saggio,
al cattivo un carboncino

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LA BEFANA

 

La Befana
Gianni Rodari

Viene viene la Befana
Da una terra assai lontana,
così lontana che non c’è…
la Befana, sai chi è?
La Befana viene viene,
se stai zitto la senti bene:
se stai zitto ti addormenti,
la Befana più non senti.
La Befana, poveretta,
si confonde per la fretta:
invece del treno che avevo ordinato
un po’ di carbone mi ha lasciato.

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Ogni giorno è un foglio bianco
su cui scrivere note di musica, note provenienti dal profondo dell’anima.
Un foglio su cui soffiare, un sorriso per donargli vita.

Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un’anima.. l’anima di chi l’ha scritto e di coloro che l’hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie ad esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza.
( Carlos Ruiz Zafón )

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